Isole Canarie

Una donna accusata di frode per modificare le buste paga e ottenere una pensione maggiore

Una donna di Las Palmas è accusata di frode per aver manipolato le buste paga, ottenendo indebitamente pensione alimentare dal suo ex marito. Rischia tre anni di carcere e un rimborso di 10.000 euro.

Un caso di frode che ha colpito le autorità di Las Palmas sta attirando l’attenzione per la complessità della situazione legale di una donna, accusata di manipolare le proprie buste paga per ottenere più denaro dal suo ex marito sotto forma di pensione alimentare. Secondo le conclusioni preliminari del ministero pubblico, la donna avrebbe modificato le proprie buste paga per mostrare un reddito inferiore, inducendo in errore il suo ex coniuge e causando un danno economico significativo. La vicenda, che si è estesa su tre anni, metterà la donna di fronte a un potenziale carcere di tre anni e all’obbligo di rimborsare quasi 10.000 euro dal momento che la frode è stata perpetrata.

Una donna accusata di frode per modificare le buste paga e ottenere una pensione maggiore

Le accuse e la richiesta della procura

La Procura di Las Palmas ha aperto un’inchiesta sul caso in seguito a segnalazioni di irregolarità. Le indagini hanno rivelato che la donna, dopo la separazione, ha “indotto in errore” il suo ex marito tra luglio 2019 e maggio 2022, presentandosi come se guadagnasse somme significativamente più basse rispetto a quelle reali. Questo comportamento ha come obiettivo principale quello di ottenere una pensione alimentare più alta del dovuto. La Procura ha quindi richiesto una pena di tre anni di reclusione per l’accusata e una multa di 9.800 euro, cifra corrispondente ai pagamenti non dovuti ricevuti durante il periodo in questione.

Dopo un’attenta indagine condotta dal Giudice di Istituzione numero 2 di Las Palmas, emerge che il magistrato ha dovuto richiedere le buste paga direttamente all’azienda per cui lavorava l’imputata. La verifica ha rivelato che la donna era in possesso di un reddito nettamente più alto di quanto comunicato al padre dei suoi figli, corroborando così le accuse di frode.

Gli obblighi relativi all’affitto

Secondo le clausole stabilite nel decreto di separazione, l’ex marito aveva l’obbligo di coprire le spese per l’affitto della nuova abitazione in cui l’accusata e i figli minorenni vivevano dopo la separazione. Le condizioni stabilite imponevano che l’ex coniuge pagasse un affitto di 700 euro al mese nel caso in cui il suo reddito fosse stato inferiore a 1.200 euro netti. Se il suo reddito si fosse attestato tra 1.200 e 1.700 euro, l’importo sarebbe sceso a 350 euro, mentre non era previsto alcun pagamento se il reddito superava i 1.900 euro.

Successivamente, le cifre sono state aggiornate, stabilendo che l’affitto sarebbe stato fissato a 700 euro se il reddito fosse stato inferiore a 1.700 euro, mantenendo inalterati i restanti importi e condizioni stabilite, fino a un limite massimo di 1.900 euro di reddito. Queste disposizioni economiche sono state pensate per garantire un sostegno adeguato alla ex moglie e ai suoi figli, ma la frode ha compromesso il corretto adempimento di tali obblighi.

La manipolazione delle buste paga

La strategia dell’accusata si è concretizzata in molteplici alterazioni delle buste paga, un’azione che si è ripetuta almeno cinque volte. Durante questo periodo, ha falsificato le informazioni riguardanti il suo reddito, facendo credere al suo ex marito che guadagnasse 1.256,16 euro netti al mese, mentre in realtà i suoi stipendi variavano da 1.737,21 euro a 2.069,14 euro nei mesi in questione. Questa manipolazione ha garantito che l’ex marito continuasse a versarle la massima pensione alimentare di 700 euro mensili, anche quando non avrebbe dovuto ricevere alcun pagamento.

Secondo le accuse formulate dalla Procura, l’imputata aveva anche l’obbligo di comunicare le buste paga all’ex marito con una frequenza minima di tre mesi. Tuttavia, ha violato questo accordo, continuando a ingannarlo verbalmente sulla reale entità del suo reddito. Queste pratiche fraudolente si sono ripetute nel tempo, coinvolgendo vari mesi del 2019, 2021 e 2022 fino a quando l’intero schema non è stato finalmente scoperto, portando alle attuali accuse di frode continuata.